Spesso accade che un condomino non sia d’accordo con quanto deciso dall’assemblea condominiale. Il disaccordo, che è sempre legittimo, alle volte può essere giuridicamente rilevante. In poche parole, chi non è d’accordo può avere ragione a non esserlo.
Vediamo come fare a opporsi ad una delibera condominiale.
Innanzitutto bisogna capire se è possibile ottenere quanto si auspica. Una delibera può essere invalida perché non sono stati convocati tutti i condomini, perché decide con maggioranze diverse da quelle richieste dalla legge, perché si suddividono le spese in modo scorretto o ancora perché contiene decisioni su materie delle quali l’assemblea non può discutere. A seconda del tipo di vizio di cui è affetta la delibera potremo parlare di nullità o annullabilità. Senza entrare in aridi tecnicismi, basti sapere che una delibera nulla è impugnabile sempre, una annullabile è impugnabile entro un determinato periodo, vale a dire entro 30 giorni. Questo termine inizia a decorrere per i dissenzienti (presenti all’assemblea ma contrari alla votazione su un punto all’ordine del giorno) dal momento della deliberazione e per gli assenti dal giorno della comunicazione del verbale.
Il primo passo è fare ricorso al Tribunale. Si tratta di una materia per la quale è necessario il patrocinio di un difensore. Insomma, bisogna andare dall’avvocato. Non ci si deve nel farlo. Infatti, per quanto dopo la sentenza n. 4806 del 2005 è più chiara la distinzione tra delibere nulle e annullabili, conviene sempre presentare il ricorso nei 30 giorni prescritti dalla legge. Nullità o annullabilità delle delibere sono concetti riservati alla competenza del giudice non chiaramente definiti dalla legge.